Arte

Le botteghe di Giuseppe e di Salvatore Tucci nella Campobasso degli anni Venti e Trenta

By 7 Luglio 2010 Luglio 9th, 2010 5 Comments

Le botteghe di Giuseppe e di Salvatore Tucci nella Campobasso degli anni Venti e Trenta

Franco Valente
dall’ALMANACCO DEL MOLISE 2010

Rilievi grafici e disegni originali di Maria  Teresa Navarra

1) Municipio4

Agli inizi del secolo, nel 1902, a Torino si era tenuta la prima Esposizione di Arte Decorativa Moderna. Gli artisti che vi esponevano dichiararono che era nato “il Socialismo della Bellezza”.

L’esposizione di Torino ebbe un riflesso immediato in Italia. Prima nei grandi centri e poi in periferia, soprattutto grazie all’entusiasmo di un gran numero di artigiani del ferro, del legno e del vetro che intuirono che nel liberty avrebbero potuto far esplodere tutta la loro capacità inventiva facendo assurgere al livello dell’arte un’attività che era relegata nella sfera di coloro che lavoravano solo per soddisfare le esigenze essenziali della comunità.

Nonostante si tratti di un movimento di artigianato di alto valore artistico che interessò un po’ tutto il Molise in un’epoca abbastanza vicina alla nostra, siamo assolutamente lontani dal conoscerne la reale dimensione, le modalità di diffusione dello stile e, soprattutto, i nomi di coloro che furono gli artefici di questo sostanziale cambiamento nel gusto che ormai dilagava in Italia.

A Campobasso la scena negli anni Venti e Trenta fu dominata dalla famiglia Tucci.

E’ sicuramente un’impresa complessa riuscire a districarsi nel complicato e variegato mondo dell’artigianato, specialmente quando il livello sale da quello puramente manuale e tecnico a quello dell’arte e si voglia tentare di capire quale sia stato l’apporto individuale nella realizzazione di opere che sono quasi sempre senza firma o al massimo recano l’anno di esecuzione più per documentare l’anno di costruzione dell’edificio che quello di creazione dell’elemento decorativo.

La strada è lunga e tortuosa per cui in questa sede ci accontentiamo di un’esposizione un po’ confusa delle opere che ancora oggi, mentre esse si avvicinano al loro primo secolo di vita, caratterizzano la forma esterna e l’arredo interno di numerosi edifici della Campobasso di inizio secolo. La speranza è che questo primo tentativo si traduca in un’opera organica alla quale da tempo stiamo lavorando cercando di recuperare da una parte documenti epigrafici e grafici e dall’altra testimonianze dirette dei discendenti che ormai fanno attività del tutto estranee al mondo delle botteghe dei loro genitori.

Per questo, finché l’opera di analisi non sarà stata completata, ci limitiamo ad osservare le forme che appaiono agli occhi di un qualsiasi occasionale visitatore della città o di un quotidiano fruitore che non abbia più la possibilità di attingere a quella tradizione orale che rendeva del tutto inutili pubblicazioni come questa che stiamo tentando di fare.

L’occasione per cominciare a parlare diffusamente dei Tucci fu data da una piccola esposizione di capolavori in ferro battuto che si tenne su iniziativa dell’Associazione “La Pergamena” nel novembre del 1980. In quell’occasione si fece una rapida rassegna estemporanea anche di qualche frammento dell’opera di Giuseppe Tucci (Franco Valente – Rivisitando Giuseppe Tucci – 1980) e ci si assunse l’impegno ad allargare lo studio.

Un primo fondamentale lavoro è stato fatto nel 1999 nell’ambito di una ricerca per una tesi di laurea in architettura ( Maria Teresa Navarra – Il Liberty a Campobasso, il ferro battuto, la Villa Comunale – 2000). Per la tesi sono stati eseguiti da M.T. Navarra rilievi grafici e fotografici di particolare importanza che sicuramente ora rappresentano un punto fermo per la continuazione dello studio.

Il problema maggiore è che queste ricerche si fanno nel disinteresse totale delle pubbliche amministrazioni che sono del tutto indifferenti alla necessità di una conservazione puntuale della memoria storica non solo attraverso la tutela fisica (molto spesso neppure quella) degli oggetti dell’arte e dell’architettura, ma anche con l’approfondimento analitico sulle motivazioni che hanno determinato il loro esistere.

2) G.TUCCI
Giuseppe Tucci

La vicenda artistica della famiglia Tucci per la tradizione regionale, soprattutto campobassana, è straordinaria perché, forse, è la prima volta che la città di Campobasso, senza clamori intellettualistici, entra a far parte della cultura europea in un campo che sembrava ridotto al puro esercizio manuale. Peraltro in un momento politico particolarmente travagliato, soprattutto per le posizioni apertamente contrarie di ambedue i Tucci rispetto al neonato Partito Nazionale Fascista.

Salvatore Tucci  ci ha aiutato a ricostruire una sorta di albero genealogico che merita di essere approfondito.
Se si vuole mettere un punto fermo si deve partire dal primo Salvatore, sarto in Campobasso, i cui tre figli presero tre strade diverse.

3) tuccigeneal
Appunti genealogici sulla famiglia Tucci

Nicola che aprì la prima bottega di fabbro, Pasquale che continuò l’attività del padre e Giovanni che fu vigile.

Per quello che ci interessa, da Nicola vennero Salvatore (1881) e Giuseppe (1884), ai quali va ricondotta la quasi totalità delle opere più note, e dal sarto Pasquale venne Salvatore (detto “Salvaturielle”) che fu il migliore collaboratore dei due cugini e che a sua volta fu artefice di opere autonome.

Da Salvatore nacque un altro Nicola (1914) con il quale l’attività dei Tucci si può dire terminata, anche perché il ferro battuto e le botteghe artigiane di quel livello artistico non sembrano oggi capaci di un salto qualitativo che non sia semplicemente quello del progresso tecnologico.

Salvatore  (1881-1965) e Giuseppe (1884-1947), lavoravano con il padre Nicola (1856-1913), nell’officina che stava in via Cardarelli. Salvatore era entrato 1907 in ferrovia mentre nell’officina era rimasto Giuseppe proprio alla vigilia della grande guerra del 15-18 quando Campobasso si spopolò di uomini mandati in guerra.
Questa drammatica circostanza ebbe riflessi anche nell’attività della bottega che fu militarizzata per la produzione di proiettili per l’artiglieria e che vide la presenza di un buon numero di donne lavorare ai torni.

Non è semplice distinguere esattamente dove arrivò l’attività dell’uno e dove cominciò quella dell’altro, ma certamente, anche se le botteghe in qualche modo si divisero nel tempo e le attività di Giuseppe e Salvatore furono fortemente condizionate anche dal loro impiego preso e lasciato nelle ferrovie, un forte sodalizio culturale oltre che familiare sembra consolidarsi in una sorta di emulazione finalizzata a non perdere la grande occasione che la fase edilizia della nuova Campobasso offriva.

4) Giuseppe Tucci
Giuseppe Tucci in una visita con la sua scuola alla centrale idroelettrica di Rocchetta a Volturno

Soprattutto per Giuseppe Tucci la grande occasione della vita fu la realizzazione di Villa de Capoa dove egli non solo fu il decoratore, ma anche il vero e proprio architetto-giardiniere. Oggi, con il rilievo curato da Maria Teresa Navarra a distanza di 80 anni dalla sua ideazione, abbiamo la possibilità di capire meglio quale fosse la proiezione nel tempo degli elementi di arredo che sarebbero rimasti immutabili e degli altri che si sarebbero accresciuti e modificati nel tempo. Una felice intuizione di un programma botanico associato ad un intervento decorativo definitivo.

5) Appunti 6) Appunti 7) Appunti
Giuseppe Tucci. Appunti di bottega

Giuseppe Tucci disegnò i cancelli che furono materialmente realizzati a Taranto nei cantieri dell’Arsenale della Marina) mentre la cancellata della recinzione veniva fatta a Campobasso.

Il grande lampione dell’esedra centrale, fu disegnato e realizzato invece qualche tempo dopo, tra il 1937 ed il 38, da Nicola Tucci insieme alle panchine che vi sono intorno.

Di Salvatore Tucci, figlio di Pasquale, sono il lampione al centro della rotonda con la balaustra, nonché i due lampioni fuori della villa, su piazza Savoia.

Alla fine degli anni Venti, tra il 1928 ed il 1930 Salvatore realizzò i balconi di casa Belmonte in via Marconi.

8) Salvatore
Salvatore Tucci

Una storia con alti e bassi e straordinarie difficoltà economiche di botteghe che allora, come spesso anche oggi, erano in balìa dei committenti, specialmente se tanto prestigiosi quanto insolventi. Come accadde per la realizzazione del grande lampadario della Cattedrale, con 200 lumi, poi scomparso nel 1935. Un lavoro che determinò l’inizio della fine della bottega di Giuseppe che ne era stato l’autore.

Si narra che il Vescovo, una volta completati i lavori in Cattedrale che  avevano impegnato per due anni l’officina e le maestranze di Giuseppe, durante la Messa per la consacrazione del nuovo arredo liturgico abbia tenuto una brillante omelia con la quale ringraziò pubblicamente il cavalier Tucci come benefattore  per l’opera svolta gratuitamente. Questa beneficenza forzata, in un momento particolarmente delicato, fu nella sostanza la causa per la chiusura qualche tempo dopo della bottega.

Ora, attraverso un’analisi critica delle singole opere, forse sarà possibile anche capire le sottili differenze tra le varie mani che sono state capaci di plasmare il ferro allo stesso modo con cui si accarezza “la toa morosa”, come usava dire il lombardo Alessandro Mazzucotelli (1865-1938) che per Giuseppe Tucci, come dimostra tutta la sua produzione, fu il riferimento costante anche grazie ad una corrispondenza di cui rimane solo la testimonianza nella tradizione orale del figlio Giovanni e  del genero Michelangelo Flocco  dai quali abbiamo attinto la buona parte delle notizie che riguardano il loro congiunto.

Eppure vedremo, analizzando le opere a tempo opportuno, che nella straordinaria epopea di questi artisti, nonostante le affinità, sarà possibile anche determinare gli apporti personali a dimostrare che nell’arte anche i tentativi di consapevole omologazione stilistica molto spesso tradiscono la personalità di chi materialmente vi mise mano.

Opere in Campobasso
9) LughiOPERE
I luoghi delle opere (acquerello di M.T. Navarra)

Giuseppe Tucci. Sacrario di Castello Monforte
1) Castello Monforte- Sacrario dei caduti: (1923-24)
Di Giuseppe Tucci è la corona commemorativa dei ferrovieri caduti nella prima guerra mondiale insieme alla fiaccola votiva con il tripode in memoria dei caduti della guerra d’Africa 1926 (fu fatta per il comune di Acilia).
Di Salvatore è invece la grande croce fatta negli anni 24-25.
Nicola Tucci, negli anni 37-38, fu l’autore del lampione con fronde di alloro e querce posto al termine del viale della Rimembranza, scomparso di recente dal luogo per il quale fu realizzato.

12) grimaldi
Giuseppe Tucci. Balconi di Palazzo Grimaldi

2) Palazzo Grimaldi, via Marconi 5, 1926-27. Il balcone con fiori, fronde e ricami fu realizzato da Giuseppe Tucci. E’ una delle opere più belle per la complessità della composizione, per la quantità e la qualità degli elementi plasmati, per gli evidenti riflessi della lezione lombarda della scuola di Mazzucotelli.
Progettista: arch. Nicola Guerriero

13) BalcSAVOIA1 14) BalcSAVOIA2
Giuseppe Tucci. Balconi del Teatro Savoia

3) Teatro Savoia, via G.Pepe , 1926-1927
Furono disegnate, realizzate e materialmente applicate da Giuseppe le due plafoniere con maschere rappresentanti la tragedia e la commedia intrecciate di ricami e coriandoli. Suoi anche i balconi con motivi naturalistici, farfalle, dalie, con strumenti musicali sempre intrecciati da coriandoli. Di lui sono anche le ringhiere interne del teatro e quelle delle aperture esterne.
Progettista: ing. Raffaele Battista di Larino
Impresa: ing.Giovagnoni e Nicotera

15) reggicero
Giuseppe Tucci. Reggicero pasquale alla Cattedrale

4) Chiesa della SS.Trinità (cattedrale), via G.Pepe, 1927-1929 . Di Giuseppe Tucci è il grande reggicero pasquale a base quadrata con stemmi della città, del Vescovo Mons. A. Romita. Sua anche la balaustra con croci stilizzate oggi tagliata ed usata come base alla scultura del Cristo risorto insieme al grande lampadario a forma circolare sospeso da catene del quale non si hanno più notizie essendo scomparso intorno al 1935. Anche di Giuseppe sono le lampade fissate al muro con motivi vegetali e le due roste sulle porte laterali in facciata.
Progettista: ing. Bernardino Musegna

16) PaganoLAMPAD
Giuseppe Tucci. Lampadario al Convitto Nazionale Mario Pagano

5) Convitto Nazionale Mario Pagano, p.zza G.Battisti.
Di Giuseppe Tucci è il lampadario in ferro battuto del diametro di circa due metri posto nello scalone d’ingresso all’aula Magna. Dal Mario Pagano sono scomparsi da tempo grandi appliques fatti anch’essi da Giuseppe in forma di cornucopie dal diametro di circa un metro.

17) CancMUNICIPIO
Giuseppe Tucci. Il cancello del Municipio

6) Palazzo comunale, p.zza Vittorio Emanuele I, 1926
Di Giuseppe Tucci è il grande cancello dell’ingresso principale con gli stemmi di Città.

7) Scuola elementare Enrico D’Ovidio, 1926-1927.
Di Giuseppe Tucci è il lampadario in ferro battuto del diametro di circa due metri.
Progettista: ing. Sebastiano Tiberio

18) N.TucciLAMPIONE
Nicola Tucci. Il lampione centrale di Villa de Capoa

19) S.TucciINTERNO
Salvaturielle Tucci. Lampione interno di  Villa de Capoa.

20) S.TucciESTERNO
Salvaturielle Tucci. Lampione esterno di  Villa de Capoa.

8) Villa comunale De Capoa, p.zza Savoia, 1928-1929
Fu progettata dall’ing. De Capoa con la diretta partecipazione di Giuseppe Tucci che disegnò i cancelli dell’ingresso realizzati nell’arsenale di Taranto Il grande lampione centrale e le panchine sono di Nicola Tucci, mentre i lampioni esterni e il lampione centrale minore sono opera di Salvatore figlio di Pasquale.
Progettista: ing. De Capoa

21) De CapNAVARRA
Villa de Capoa (rilievo in acquerello di M.T. Navarra)

9) Palazzo Ferrante, tra via Petrella e viale Elena, 1928
Giuseppe realizzò il cancello d’ingresso in viale Elena con giochi di corde e pezzi di cuoio (ferro e vetro) nonché i balconi con motivi geometrici.
Costruttori: Enrico Rossodivita, Giovanni Barabba

10) Palazzo Fusco, viale Elena, 1928
Di Giuseppe Tucci sono il portone e i balconi con motivi geometrici (legno e ferro) compresa la ringhiera della scala principale interna.

22) Ciaccia
Giuseppe Tucci. L’ingresso della Villetta Ciaccia

11) Villetta Ciaccia,viale Elena, 1925. Giuseppe Tucci disegnò e realizzò la cancellata di recinzione con motivi vegetali e le deorazione in ferro del portone d’ingresso.
Progettista: geom. Giambattista Ciaccia e Antonio Mastrobuono

12) Villetta Fusaro, viale Elena, 1924
Di Giuseppe sono le roste, motivi vegetali tenuti a ventaglio, e i balconi con decorazioni geometriche
Progettista: ing. Barone di Baranello

13) Casa privata, via Conte rosso, 1927
A Giuseppe appartengono le decorazioni in ferro con rami di rose e dalie del portone in legno.

23) Mutilati
Le case per i mutilati

14) Case per i mutilati e gli invalidi di guerra, via Conte Verde, 1929-1930
Disegnate e realizzate da Giuseppe Tucci le roste delle ringhiere ed i balconi con motivi geometrici.
Progettista: Nicola Zaccardi
Impresa: Molinari e Agrisani

24)PanchinaFLORA1
Giuseppe Tucci. Panchina di Villa Flora

15) Villa Flora, p.zza G. Pepe 1927
Disegnate e realizzate da Giuseppe Tucci le panchine di Villa Flora costituiscono le opere forse più conosciute ed utilizzate a Campobasso. Sono fatte di ferri sottili che imitano racemi e motivi naturali in un intreccio di elementi che si traduce in un sapiente sistema strutturale.

16) Palazzo Guerriero, via Marconi 1926/27
Di Giuseppe Tucci sono i balconi con motivi geometrici
Progettista: arch. Nicola Guerriero

17) Villetta Madonna, viale Elena 1925
Di Giuseppe sono le roste e la recinzione decorata con un’alternanza di motivi geometrici e naturalistici.
Progettista: geom. Oriente

25) MADONNA0
Giuseppe Tucci. Fettucce di Villetta Madonna

CIMITERO COMUNALE
26) Fago
Cappella Fago. Cancello di Salvatore e Nicola Tucci

1) Cappella Fago, 1937
E’ di Nicola Tucci il cancello in ferro con lampade e fiori

27) Ferrante
Cappella Ferrante. Cancello di Giuseppe Tucci

2) Cappella Ferrante, 1929
Di Giuseppe Tucci è il cancello in ferro con rose, dalie e crisantemi

28) Romagnoli078
Giuseppe Tucci. Cancello e decorazioni alla tomba Romagnoli

3) Monumento funebre ai fratelli Romagnoli ,1929.
Di Giuseppe Tucci è il disegno e la realizzazione della recinzione in ferro formata da fasce funebri e mazzi di crisantemi nonché il cancello con decorazioni ad eliche e fiori. L’opera è stata restaurata da Nicola Tucci negli anni Cinquanta.

4) Tomba famiglia Sassi,
Di Giuseppe Tucci è il bassorilievo in rame sbalzato con la figura di Cristo morente (opera trafugata).

31) Grimaldi1

29) Grimaldi2
Giuseppe Tucci. I balconi di Palazzo Grimaldi

30) Grimaldi3
Giuseppe Tucci. I balconi di Palazzo Grimaldi (Rilievo M.T. Navarra)

32) reggicero3
Giuseppe Tucci. Reggicero pasquale alla Cattedrale

35) panchina tucci 2
Giuseppe Tucci. Panchina di Villa Flora

34) PanchinaFLORA2
Giuseppe Tucci. Panchina di Villa Flora (Rilievo M.T. Navarra)

36) PanchinaFLORA1

37) PanchinaFLORA4
Giuseppe Tucci. Panchine di Villa Flora

38) Mutilati 1

39) mutil

40) mutil

Giuseppe Tucci. Le case dei mutilati

42) DeCapoa3

43) DeCapoa2
Giuseppe Tucci. Cancelli di Villa de Capoa

44) DeCapoa1

45) DeCapoa4
Giuseppe Tucci. Cancello di Villa de Capoa

46) DeCapoa5
Giuseppe Tucci. Cancello di Villa de Capoa (Rilievo M.T. Navarra)

47) MUNICIPIO1
Giuseppe Tucci. Il cancello del Municipio (Rilievo M.T. Navarra)

49) Municipio5
Giuseppe Tucci. Il cancello del Municipio

50) Municipio6

51) Municipio7
Giuseppe Tucci. Il cancello del Municipio

54) SavoiaFARF1 55) SavoiaBALC2

56) SavoiaBALC1
Giuseppe Tucci. I balconi del Teatro Savoia

52) 53) FarfalleSAVOIA
Giuseppe Tucci. I balconi del Teatro Savoia (Rilievo M.T. Navarra)

57) SavoiaMASCH1

58) SavoiaMASCH2

59) SavoiaMASCH4

Giuseppe Tucci. Le maschere di Teatro Savoia

61) A FerranteA
61) B FerranteB
Giuseppe Tucci. Cancello della Cappella Ferrante (Rilievo M.T. Navarra)

62) FAGO
Salvatore e Nicola Tucci. Cancello della Cappella Fago (Rilievo M.T. Navarra)

65) Cero
Nicola Tucci. Reggicero pasquale

67) GTucciFIRMA
Giuseppe Tucci. Portone in Viale Elena

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  • Nome ha detto:

    L’articolo è estremamente interessante, così come lo sarà senz’altro la tesi della dottoressa Navarra. Mi piacerebbe sapere se nel 1940,quando il fascismo ordinò la requisizione di cancellate di ferro, qualcuna delle opere della famiglia Tucci corse dei rischi. Se non nessuna di esse fu requisita, quali lo furono? e chi decise la selezione?Grazie, Nella Astore.

  • Sandro ha detto:

    Le opere dei Tucci sono ancora patrimonio della nostra città e si vedono. Ciò che venne espropriato senza alcun rispetto dei sentimenti dei loro possessori, furono le fedi nuziali. come sempre, peró, sulle disgrazie altrui si fondano molte fortune. Gli unici beneficiari di questo sopruso furono gli orefici di allora. Ancora oggi i loro eredi ringraziano i fascisti per le fedi riacquistate.

  • Salvatore TUCCI ha detto:

    A Nella:
    Mio padre, Nicola, mi disse che ci furono vari lavori che furono requisiti, tra questi le opere più significative furono la recinzione del Mario Pagano e quella della Villa Iammarino ( piazza Savoia). Le recinzioni sono state rifatte molto dopo ma nulla hanno a che fare con i disegni originali. Sui rispettivi muretti sono visibili le impronte delle vecchie realizzazioni. Non posseggo vecchie foto ma credo non sia difficile ritrovarle.
    Purtroppo i lavori dei Tucci non sono stati salvaguardati. L’ultima “sparizione” è quella dei lavori che erano nella chiesa dei Monti. Il Cero pasquale riportato in questo articolo sparito dopo il 2002 e poi il crocefisso, i grandi appliques, i candelabri realizzati da mio padre. Poi una piccola lampada realizzata da mio nonno Salvatore e un grande lampadario realizzato dal mio bisnonno Nicola che era davanti la porta della sagrestia. Ho chiesto informazioni ai monaci in proposito ma purtroppo senza esiti.

  • eugenio favale ha detto:

    Arte, non artigianato !! Eugenio Favale

  • Giuseppe Tucci ha detto:

    Mio padre Nicola Tucci, figlio di Agostino, nei suoi ultimi anni di vita trascorsi in una piccola bottega tra Via Marconi e Via Firenze. Ha realizzato anche lui diversi lavori in ferro battuto, in quanto figlio d’arte e mi raccontava sempre quando da ragazzo trascorreva e lavorava nella bottega di suo zio Salvatore. Invito ad andare a visitare nella cattedrale di Campobasso la fonte battesimale che mio padre Nicola ha fatto su richiesta del parroco. Oltre a tanti lavori in ferro lasciati in bottega e divisi tra noi figli alla sua morte avvenuta nel Settembre del 2013. E’ stato l’ultimo dei Tucci a realizzare veri oggetti di maestria.

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