Curiosità molisaneSanti nel Molise

Finalmente svelato il nome della santa che si affaccia su Via Cluenzio a Larino. E’ Santa Tecla di Iconio.

By 19 Aprile 2012 Settembre 23rd, 2012 2 Comments

Finalmente svelato il nome della santa che si affaccia su Via Cluenzio a Larino.

Era da tempo che cercavo di capire a chi appartenesse l’immagine di una santa che si tova sulla facciata laterale dell’antica chiesa di S. Stefano a Larino.

Da tempo chiedevo che qualcuno mi desse qualche indicazione, ma ho avuto l’impressione che a Larino la memoria storica fosse stata definitivamente cancellata.

Eppure una soluzione al mistero doveva esserci.

Sono tornato a Larino per fotografarla meglio ed osservarla da vicino, ma non sembrava venir fuori nulla.

Le poche lettere sopravvissute dell’epigrafe non davano alcun suggerimento: …. O  S…  T…….

Neppure sembrava utile il suggerimento di Giuseppe Mammarella di consultare quella miniera di informazioni che sono le Memorie storiche della diocesi di Larino del vescovo Giovanni Andrea Tria.

La descrizione della chiesa di S. Stefano si limita a poche righe e nulla si dice dell’esterno.

Invece un qualche sospetto è venuto andando a leggere l’elenco delle reliquie che si conservavano nella chiesa di S. Caterina di fronte alla cattedrale. Tra esse quelle di numerose sante delle quali si è persa memoria nella tradizione religiosa. E tra esse mi ha insospettito la presenza di un osso di S. Tecla e dirò dopo il perché.

Poi continuando la lettura del Tria a pagina 266 ho avuto conoscenza di una chiesa diruta.

Così riferisce il vecovo di Larino:
Altra dedicata a S. Tecla, ma non si è potuto porre in chiaro di quale Santa Tecla si parla, osservando nel Martirologio Romano sei Sante, che tengono questo nome. Veniva ella situata a quella parte del Monterone. Si fa menzione di questa Chiesa negli Atti della Visita dell’accennato Monsignor Balduino, e al presente si vedono pochi residui delle sue fabbriche.

Oggi finalmente, proprio grazie al riconoscimento della santa che si affaccia su via Cluenzio, possiamo dire anche di quale Tecla si tratti.

La formella che contiene l’immagine è alta circa 60 centimetri.

Faceva parte probabilmente della parte superiore di un portale o di una nicchia. Vi si riconosce nella parte superiore la figura di una donna dalla nobile capigliatura, vestita di una lunga tunica e coperta da un grande mantello. Sulla destra, dall’alto, un serpentone, infilandosi dalle spalle, si appoggia sul braccio sinistro per morderle il seno.

In basso, sotto la linea di base, un altro serpente strisciante.

L’epigrafe è quasi completamente scomparsa, però, una volta capito che si tratti di S. Tecla, diventa anche semplice ricostruire la frase: EGO SUM TECLA.


S. Tecla da www.santiebeati.it

La presenza del serpente nella figurazione risolve il problema che si era posto il vescovo Tria, perché si tratta di un riferimento preciso al martirio di Santa Tecla di Iconio la cui vita, secondo la tradizione, si intreccia con quella di S. Paolo.

Dopo una serie di peripezie Tecla sarebbe finita in una grotta a passare gli ultimi anni della sua esistenza. In quel luogo sarebbe stata martirizzata con il morso di serpenti velenosi. Per questo motivo in alcune icone viene rappresentata con il serpente che le morde il seno, come nel caso di Larino.

Della sua storia, in gran parte leggendaria, si sono interessati vari studiosi alcuni dei quali hanno ritenuto che la presenza del serpente nella sua iconografia sia una reminiscenza pagana del culto per Atena che veniva spesso rappresentata mentre reggeva lo scudo con il serpente Erittonio che le era sacro.

La pietra, dunque, molto probabilmente proviene dalla diruta chiesa di Santa Tecla e murata in un’epoca imprecisata sulla parete laterale di S. Stefano di Larino.

Join the discussion 2 Comments

Leave a Reply


*