SCIABOLETTA!
Nisciune m’avvante e m’avvante iè!
(Nessuno mi vanta, allora mi vanto da solo).
“Chi è senza peccati scagli la prima pietra”.
Seguendo questa indicazione cristiana credo di dovermi porre in prima fila tra coloro che non dovrebbero scagliare pietre.
Anzi, la raccomandazione di Cristo sembrerebbe una istigazione nei miei confronti a farmi i fatti miei.
Se Cristo avesse ragione anche nel mio caso, dovrei tacere per sempre.
Ma, essendo Cristo oltre che Dio anche un uomo come tutti gli altri, nel mio caso, pur dicendo una verità, ha sbagliato.
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Tutti abbiamo cadaveri negli armadi.
Io ho un cimitero…
Non per questo rinuncio a denunziare gli altrui peccati.
Mi riferisco a Sciaboletta del quale vorrei parlare per criticare qualcosa di speciale che lui abbia fatto da sindaco di Venafro.
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Purtroppo, confesso di non esserne capace.
Non perché mi manchi la cattiveria per farlo, ma solo perché parlare di quello che in tre anni non ha fatto è come descrivere un quadro non fatto, una poesia non scritta, un canzone non cantata.
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Mi sarebbe piaciuto parlar male di un sindaco pazzo, di un sindaco maiale, di un sindaco analfabeta, di un sindaco demagogo.
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Invece devo interessarmi di un sindaco che
non è capace di sognare una piazza,
non è capace di concepire una cosa bella,
non è capace di immaginare una Venafro speciale,
non è capace di avere un’idea originale,
non è capace di credere in una gioventù migliore di lui,
non è capace di parlare con la gente,
non è capace di farti sognare. Nel bene o nel male.
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Sono costretto a parlarne solo perché sta distruggendo la storia del mio paese.
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A Venafro siamo amministrati da una nullità politica. Un grigio furbetto senza idee.
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Se Sciaboletta avesse studiato con maggiore attenzione la storia del suo paese e della sua comunità avrebbe pure commesso qualche errore, ma avrebbe potuto dire “ho sbagliato, ma ho agito”.
In tre anni può vantarsi solo di essere riuscito a non fare niente. Niente di niente.
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Su una cosa è un campione: offendere la mia persona.
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Un sindaco non dovrebbe mai offendere i suoi concittadini. Quand’anche avesse ragione.
Anche se i cittadini lo torchiano per le sue conclamate incapacità politiche.
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Un giorno i miei scritti costituiranno la storia di Venafro. Anche lui passerà alla storia grazie a me. Per le cose che gli scrivo. Altrimenti questi ultimi tre anni di storia venafrana sarebbero pagine totalmente prive di colore.