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L’Albero di Jesse nell’altare di S. Leonardo nella Cattedrale di Venafro

By 12 Febbraio 2009 Novembre 14th, 2011 9 Comments

L’Albero di Jesse nell’altare di S. Leonardo nella Cattedrale di Venafro

Franco Valente

Il colle su cui sta la Cattedrale di Venafro è dedicato a S. Leonardo. Nulla si conosce dell’origine di tale dedicazione, però all’interno della basilica si conserva l’immagine del santo francese sulla spalletta di uno scomparso altare laterale.
Con i restauri degli anni Sessanta furono riportate alla luce alcune pitture di epoca e caratteristiche stilistiche diverse.

Tra le pitture che più attirano per la freschezza del tratto e per il significato simbolico vi è quella dello scomparso altare forse dedicato a S. Leonardo e che vede rappresentato l’albero della famiglia di Maria. Per comprendere i significati della rappresentazione possiamo riprendere il testo biblico di Isaia (11,1-3): Un virgulto sorgerà dal tronco di Jesse ed un pollone verrà dalle sue radici. Sopra di lui si poserà lo spirito del Signore; spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timor di Dio, e nel timore del signore avrà le sue delizie.

Jesse è Isai, padre del re Davide. Per i Padri della Chiesa il virgulto che sorgerà dal tronco è la Vergine Maria venuta alla luce quando la stirpe di Davide era paragonabile all’albero abbattuto che faceva spuntare i polloni dal ceppo. Il pollone che nasce dalle radici rappresenta il Cristo, fiore della Vergine. Nella iconografia cristiana l’albero di Jesse appartiene ai cosiddetti alberi della vita che hanno come modelli originari le figurazioni egiziane di Hator e riprende da una antica leggenda, secondo la quale Isai, padre di Davide, aveva visto svilupparsi dal suo corpo un albero che aveva come rami i suoi discendenti. La raffigurazione venafrana, probabilmente eseguita nel XV secolo, si ricollega ad un tema iconografico molto in uso nel medioevo. Vi si vede disteso il patriarca Jesse dal cui corpo si sviluppa un albero sui cui rami sono le immagini di 12 profeti tra i quali si riconosce in particolare re Davide raffigurato con uno strumento musicale a corde (una viella) tenuto in una mano, e l’ovale in cui è racchiusa la figura di Maria con il Cristo Bambino.

Sulla spalletta di sinistra della nicchia rimane la figura di S. Leonardo, rappresentato mentre regge i ceppi di un carcerato, molto venerato nel territorio volturnense tanto che gli sono dedicate anche chiese e cappelle, molte delle quali scomparse. Valga come esempio la chiesa extra-murale di Colli o i toponimi di ponte S. Leonardo ad Isernia o del colle ove insiste la Cattedrale di Venafro .
Leonardo di Limoges, secondo la tradizione, sarebbe vissuto ai primi dei VI secolo. Da giovane, arruolatosi nell’esercito di S. Remigio vescovo di Reims, si adoperò presso il re, insieme al suo protettore, per la liberazione di gente innocentemente carcerata. Divenuto monaco edificò nei pressi di Limoges un monastero dove accorrevano non solo prigionieri liberati miracolosamente dopo averlo invocato, ma anche malati e pellegrini.

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