Colle d’Anchise: Salviamo almeno quella motocarrozzella!
Colle d’Anchise ti accoglie con un ottimo caffè al bar all’ingresso del paese. Il profumo del caffè appena tostato scende dal paese. Mi accompagna Raffaele Gentile, giovane collega architetto, che cerca di indirizzare il mio sguardo verso le cose belle del paese.
Sembra un’ottima premessa per andare a cercare il castello, ma l’impresa è ardua. Fu demolito pezzo su pezzo e le pietre migliori furono utilizzate per fare muretti di contenimento alla strada carrozzabile.
Si passa davanti alla chiesa di S. Maria degli Angioli, bella, ariosa, che ha una navata laterale interdetta ai fedeli perché dal tetto scende acqua a catinelle.
Il paese è pulito e ben tenuto, ma nel passato sono state fatte cose scellerate.
Certamente non è una novità che qualche stemma sia stato cancellato per rispettare una consuetudine diffusa. In una delle prime case sopravvive un bel portale settecentesco che una volta appartenne ad una famiglia che rivendicava una nobiltà nel suo blasone nella chiave dell’arco.
Lo stemma è stato cancellato, una damnatio-memoriae, ma qualche debole segno lascia capire che una volta nello scudo vi fosse una fascia su un leone rampante.
Nessun feudatario di Colle d’Anchise ebbe quelle insegne araldiche che appartennero, per esempio, ai Liguoro che non mi risultano documentati sul posto.
Si vedrà. Ma non sono queste le cose scellerate!
L’obiettivo è la visita al castello.
Quando si arriva al vertice della collina sembra di essere arrivati alla periferia di un paese bombardato del Medio-Oriente. Uno spettacolo angosciante dove la sensibilità di qualche paesano cerca di porre riparo con piccoli interventi che restituiscono la speranza che ancora qualcuno vuole sopravvivere agli scempi delle demolizioni e della cancellazione della storia.
Mi dicono che quando il castello fu demolito i muri perimetrali erano perfettamente in piedi. Ma servivano pietre per la carrozzabile e il castello di Colle d’Anchise fece la fine di quello di Longano, miseramente demolito per fare la massicciata della strada che doveva servire per raggiungerlo.
A far sparire il castello di Colle d’Anchise non furono eserciti nemici, ma moderni escavatori.
Le sterpaglie e i rovi impediscono qualsiasi avvicinamento.
Cerchiamo un’altra via, ma è interdetta per pericolo di crolli.
Non mi scoraggio e tento la salita dal basso. Non è un percorso consigliabile a chi venga a Colle d’Anchise per conoscere la sua storia.
Viene da piangere nel vedere come si tiene nel disastro più totale il cuore della memoria storica del paese.
Ferraglie, muretti semidiroccati, sporcizia, reti di letti usati come recinzioni, alberi infestanti, lavatrici abbandonate.
In mezzo a questo casino ambientale vi si trova, conservata a vento e voria, una motocarrozzella che è una straordinaria testimonianza di adattamento alle esigenze del suo originario proprietario.
E’ una motocarrozzella modificata non solo per portare chi era costretto a farne uso per spostarsi nel paese e probabilmente nelle campagne, ma anche un familiare che poteva sedersi nella parte posteriore su un sedile messo di traverso e fornito di elementari sistemi di sicurezza.
Una testimonianza che sarà cancellata se nessuno penserà a trasferirla in un luogo dove possa decentemente sopravvivere alla macchina del progresso.
Mi rendo conto che è impossibile avvicinarsi di più a ciò che sopravvive dell’antico nucleo ormai al collasso definitivo e mi accontento di cogliere e assaporare con gusto un paio di fichi di una delle piante spontanee che fanno da guardia a quello che rimane dell’edificio che fu chiesa di S. Rocco.
io aquisterei . sono un tecnico in pensione . restauro e rimetto in vendita , poi l’acquisterà chi vorrà . precedenza a chi la fornisce . non restauro su commissione per evitare commenti successivi o problematiche discussioni . contatto 334 3432343