Antichità sannitiche

IL SOGNO DI DIOMEDE: UN CANALE NAVIGABILE DAL PORTO DI BUCA (TRA TERMOLI E CAMPOMARINO) E L’ANTICA SIPONTO NEL GOLFO DI MANFREDONIA.

By 30 Marzo 2017 No Comments

Alberto Grilli (1920-2007) è stato uno dei più importanti filologi latinisti italiani. Ha prodotto una serie straordinaria di saggi, molti dei quali hanno riguardato l’esame dei testi di antichi geografi Tra essi, ovviamente, la Geografia di Strabone, giungendo a conclusioni di particolare importanza, non sempre condivise dal mondo accademico. Anzi, più che non condivise, spesso semplicemente ignorate, per motivi che possiamo comprendere.
L’intuizione di cui sto per parlare ne è un esempio.

Strabo
Strabone
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Alberto Grilli nel 1980 partecipò al convegno “La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico” con una sua relazione “I geografi antichi sulla Daunia”(Firenze 1984).
Tra le altre cose fece una straordinaria osservazione che, per quanto io ne sappia, non è stata mai presa nella dovuta considerazione.
Riguardava l’esame di un passo di Strabone (che io riporto per esteso) nel quale il geografo romano (60 a.C. – 21 d.C.), che scriveva in lingua greca, riferiva di una leggenda di cui aveva sentito parlare osservando il promontorio del Gargano:

Questo il testo in greco (Strabone, Geografia, Libro VI, 3,9)
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πρόκειται δὲ τοῦ κόλπου τούτου πελάγιον ἀκρωτήριον ἐπὶ τριακοσίους ἀνατεῖνον σταδίους πρὸς τὰς ἀνατολὰς τὸ Γάργανον, κάμπτοντι δὲ τὴν ἄκραν πολισμάτιον Οὔριον καὶ πρὸ τῆς ἄκρας αἱ Διομήδειαι νῆσοι. ἔστι δὲ πᾶσα ἡ χώρα αὕτη πάμφορός τε καὶ πολυφόρος, ἵπποις δὲ καὶ προβάτοις ἀρίστη· ἡ δ’ ἐρέα μαλακωτέρα μὲν τῆς Ταραντίνης ἐστί, λαμπρὰ δὲ ἧττον. ἡ δὲ χώρα εὐδινὴ διὰ τὴν κοιλότητα τῶν πεδίων. οἱ δὲ καὶ διώρυγα τεμεῖν ἐπιχειρῆσαί φασι τὸν Διομήδη μέχρι τῆς θαλάττης, καταλιπεῖν δ’ ἡμιτελῆ καὶ ταύτην καὶ τὰς ἄλλας πράξεις μετάπεμπτον οἴκαδε γενόμενον, κἀκεῖ καταστρέψαι τὸν βίον. εἷς μὲν οὗτος ὁ λόγος περὶ αὐτοῦ, δεύτερος δ’ ὡς αὐτόθι μείνειε μέχρι καταστροφῆς τοῦ βίου…
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Strabone-frontespizio
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Questa la traduzione (A.M. Biraschi ed. BUR):
In questo golfo c’è un promontorio sul mare, il Gargano, che si protende verso il mare per 300 stadi, doppiando il capo del promontorio si incontra la piccola città di Urium, mentre le isole di Diomede sorgono proprio davanti alla punta.
Tutta questa terra è fertile e produce ogni genere di prodotti; inoltre è la migliore per l’allevamento dei cavalli e delle pecore. La lana che si produce è più morbida di quella di Taranto, ma meno lucida. La terra è ben riparata, perché le pianure sono avvallate.
Alcuni sostengono anche che Diomede si accinse a tagliare un canale fino al mare, ma che dovette lasciare incompiuta quest’opera, così come altre, perché era stato richiamato in patria, dove fu sorpreso dalla morte. Questo è uno dei racconti sull’eroe, ce n’è un altro secondo cui sarebbe rimasto qui fino alla morte….”
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Questa la citazione di Strabone sulla quale Alberto Grilli appuntò l’attenzione: “Alcuni sostengono anche che Diomede si accinse a tagliare un canale fino al mare, ma che dovette lasciare incompiuta quest’opera“.
Grilli sostenne che la frase di Strabone si riferisse a un grandioso progetto per la realizzazione di un canale navigabile che la tradizione leggendaria riconduceva a Diomede, ma che probabilmente era nelle intenzioni di chi governava il Gargano prima dell’arrivo dei Romani.
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Gargano-istmoDiomede-valente
Il Gargano e l’istmo di Diomede
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Si tenga presente che il Gargano è un promontorio montuoso che si attacca alla penisola italiana con un’ampia fascia di terra che, sostanzialmente pianeggiante, si sviluppa pochi metri al disopra del livello del mare. Da una parte, a Nord, vi sono le depressioni naturali che sono occupate dal lago di Lesina.
Dall’altra parte, a Sud, il lago salso di Zapponeta e le saline Margherita di Savoia.
In questa fascia di terra scorre un fiumicello, il Candelaro, un fiume della Puglia settentrionale che ha una lunghezza di quasi 70 chilometri. Nasce nei pressi di S. Paolo di Civitate e sfocia nel golfo di Manfredonia.
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Diomede di Venafro
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Orbene Alberto Grilli non si è occupato di questioni geologiche, ma esiste una consolidata teoria secondo cui il Calderaro sarebbe responsabile della unificazione del Gargano, originariamente un’isola staccata dalla terraferma, alla penisola italiana. Tanto sarebbe accaduto per la grande quantità di detriti trasportati da Calderaro in centinaia di migliaia di anni.
Se si tiene conto che la sorgente del Calderaro si trova a meno di 10 chilometri dal lago di Lesina e soltanto a un chilometro dal corso terminale del Fortore, appare sicuramente giustificabile il sogno di un istmo, ovvero di un canale navigabile interno, che avrebbe potuto congiungere il porto di Buca (tra Termoli e Campomarino) e Siponto nel golfo di Manfredonia. Una tale via navigabile interna avrebbe evitato le pericolose correnti e gli scogli della costa garganica e avrebbe accorciato considerevolmente, o comunque resi più sicuri, i collegamenti tra le isole di Diomede (le Tremiti) e Siponto, la città da lui fondata.
Una grande utopia o un progetto iniziato e mai portato a termine?

 

http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2007/06/15/NZ_14_PIPI.html

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