Arte

Artisti molisani dimenticati nel Molise: Arturo Ernesto Maria STAGLIANO

By 13 Ottobre 2010 One Comment

Artisti molisani dimenticati nel Molise: Arturo Ernesto Maria STAGLIANO

Stagliano2

La casa Habacus Edithore di Vincenzo Manocchio sta per pubblicare un’opera che finalmente permetterà di avere una conoscenza precisa e puntuale della grande produzione degli artisti molisani dei secoli XIX e XX.

A breve, infatti, vedrà la luce la poderosa opera di

Dante Gentile Lorusso

Attraversamenti. Sulla cultura artistica nell’Ottocento molisano

Molti degli artisti molisani di quel periodo sono poco conosciuti soprattutto a noi Molisani e tra essi Arturo Ernesto Maria STAGLIANO

Ho rubato dall’opera di Dante Gentile Lorusso alcuni frammenti:
Nasce a Guglionesi il 10 marzo 1867 da Angelo, di professione “Ricevitore del Demanio e Tasse”, e Virginia Zucconi, nella loro casa ubicata in Piazza Grande.
Grazie ad alcuni ricordi dei familiari, sappiamo che fin da ragazzo manifesta una particolare inclinazione artistica, tanto da indurre i genitori a fargli frequentare una locale scuola d’arte, ma in seguito anche per lui diventa fondamentale il trasferimento a Napoli per seguire i corsi di pittura nel Regio Istituto di Belle Arti e portare a termine, nel 1894, la sua formazione sotto la guida di Domenico Morelli.
……
Solo due anni dopo, vince il concorso per la realizzazione del Monumento ai Caduti di Treviso, che Stagliano porta a termine con una fastosa inaugurazione nel novembre del 1931 alla presenza del Re. L’imponente gruppo scultoreo va certamente considerato uno dei migliori lavori realizzati in Italia su questo tema, sicuramente il capolavoro assoluto della maturità dell’artista molisano, frutto di una lunga e faticosa elaborazione documentata da numerosi studi e progetti grafici. Per l’occasione Zorzi dà alle stampe una monografia che nel valutare e descrivere positivamente l’opera, si sofferma nel sottolineare l’elegia da tragedia greca e “l’ispirazione eschilea di questo Monumento”. Un’opera in cui lo scultore immagina una processione di compagni d’arme e madri addolorate mentre portano il caduto nel tempio della gloria, rappresentato dalle colonne in marmo. Sia la modellazione dei nudi, che delle figure ammantate, mostrano un evidente debito con il gruppo di Bistolfi Il funerale dell’eroe, monumento sepolcrale per Angelo Giorello collocato nel cimitero di Montevideo.

Ho voluto ricordare questo artista molisano perché in questi giorni “mentre il suo Molise dorme sonni tranquilli ed il suo paese natio Guglionesi, non sa nemmeno chi è” (come dice Dante Gentile Lorusso in una nota inviata all’editore), a A Santa Caterina in Treviso sarà aperta dal 1 ottobre al 7 novembre 2010 una Mostra sull’importante opera dello scultore molisano (0422 658442).

Stagliano
http://picasaweb.google.com/lh/photo/X6SFvpFDpUPPB-do5pzkNg

Questa la presentazione:
IL Monumento ai caduti della grande guerra a Treviso “GLORIA” di Arturo Stagliano
L’iniziativa, promossa da Soprintendenza BSAE per le provincie di Belluno, Padova, Venezia e Treviso e da Musei civici di Treviso con la collaborazione de Il Cassero per la scultura di Montevarchi (AR) e dei Musei civici di Padova, prestatori di opere che saranno esposte, intende riportare all’attenzione dei cittadini e della comunità scientifica un’opera di scultura contemporanea di assoluta rilevanza, per il contesto artistico e culturale non solo veneto, che merita una riscoperta e che necessita oggi di un intervento mirato di restauro.

Oltre a focalizzare la storia del settore urbano in cui l’opera fu collocata e le vicende del concorso da cui uscì vincente la proposta siglata “GLORIA”, la mostra approfondirà la figura di Arturo Stagliano, l’artista vincitore, e le sue modalità di ideazione e realizzazione scultoree, la realizzazione e l’impatto dell’opera attraverso il tempo, il modello che costituì per il genere , ma anche più ampiamente per la produzione artistica, non solo scultorea, di quegli anni in Italia, attraverso l’esposizione di documenti inediti originali tratti dall’Archivio comunale di Treviso, dalle raccolte dei Musei Civici di Treviso e di Padova, dal fondo del Cassero per la scultura di Montevarchi e dal fondo cinematografico ISTITUTO LUCE di Roma .

Sconosciuta al grande pubblico, ma molto coinvolgente, è proprio la fase preliminare alla realizzazione dell’opera, che impegnò lungamente tecnici ed intellettuali in un dibattito mirato all’individuazione della tipologia e del luogo destinato alla collocazione di quella che avrebbe dovuto essere la memoria finalmente tributata da Treviso ai propri Caduti: il confronto portò alla formulazione di diverse ipotesi documentate da un opuscolo a stampa del 1926, sulle quali prevalse alfine quella del monumento commemorativo architettonico-scultoreo. Molte saranno le fotografie d’epoca inedite proposte, che in tale occasione saranno rifotografate e presentate in formato gigante, accompagnate da opportune didascalie.

Saranno poi elaborati alcuni pannelli esplicativi relativi alle specifiche tematiche del percorso: l’urbanistica del luogo, il concorso, gli studi preparatori, la realizzazione con tutte le problematiche tecnico-esecutive sottese, l’evento inaugurale, i danni inferti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, le esigenze e la praticabilità di un restauro.

Sarà anche visibile un’opera con musiche e testi originali inediti prodotti appositamente per la mostra realizzato da Soprintendenza BAE per la provincia di VE-BL-PD-TV in collaborazione con Università degli Studi di Udine.

La metodologia di studio e i risultati raggiunti, potranno infine costituire una concreta proposta di approfondimento per la conoscenza di altre realtà monumentali ancora insondate o poco note del nostro territorio.

Ha scritto di lui:
A. Panzetta, Arturo Stagliano 1867-1936. Sculture e disegni, Renaissance, Rivoli 1999.

Caduto rapidamente in oblio dopo la morte avvenuta a Torino nel 1936, Arturo Stagliano è sicuramente uno degli scultori penalizzati dalla scarsa attenzione per l’arte plastica. Nato in provincia di Campobasso, dopo la formazione come pittore all’Accademia di Napoli sotto la guida di Domenico Morelli, si trasferisce ad Anacapri dove conosce Leonardo Bistolfi e matura la decisione di trasferirsi a Torino per dedicarsi interamente alla scultura. Dal 1905 è costantemente presente nello studio del maestro svolgendo un importante ruolo di stretto collaboratore ed esecutore materiale di molte importanti opere. Tra le sue opere autonome è il monumento ai Caduti di Treviso (1926), considerato uno dei più interessanti monumenti italiani alla Grande Guerra, vinto per concorso spiazzando anche Arturo Martini. Il contatto con i nipoti ha fatto emergere documenti fotografici di estrema importanza permettendo il primo studio approfondito della personalità di questo artista. Il volume è stato edito in occasione della mostra antologica tenutasi tra il dicembre 1999 e il gennaio 2000 alla Sala del Podestà di Montevarchi.
126 pagine, 9 tavole a colori, 178 riproduzioni in nero.

Inoltre sul sito:
http://qui.uniud.it/notizieEventi/territorio/grande-guerra-documentario-dellateneo-di-udine-sul

Grande Guerra: documentario dell’ateneo di Udine sul monumento “Gloria” a Treviso

Mediometraggio sull’omaggio di Arturo Stagliano ai caduti della I Guerra Mondiale
Il monumento “Gloria” a Treviso
Il monumento “Gloria” a Treviso

Un documentario che ricostruisce l’intera vicenda di “Gloria”, l’imponente monumento ai caduti della Grande Guerra a Treviso, eseguito dallo scultore Arturo Stagliano tra il 1926 e il 1931. L’ha realizzato un gruppo di lavoro del Dams Cinema dell’università di Udine e della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. Obiettivo dell’opera audiovisiva, che dura 20 minuti, è comunicare l’importanza storica, artistica, ma anche la valenza emotiva, del monumento. Sia attraverso la scelta, l’elaborazione e il coordinamento d’immagini e filmati inediti provenienti dagli archivi o di nuova produzione, sia mediante la musica e la narrazione che ne costituiscono la colonna sonora.

Il mediometraggio, intitolato “Il Monumento ai Caduti della Grande Guerra a Treviso: ‘Gloria’ di Arturo Stagliano (1926-1931)”, fa parte dell’omonima mostra organizzata dalla Soprintendenza e dal Comune di Treviso presso il Museo civico di Santa Caterina, nel capoluogo della Marca, aperta fino al 7 novembre. Il documentario è disponibile su dvd allegato al catalogo a stampa della mostra.

L’incipit del documentario è costituito da una lettera scritta nel 1941,dieci anni dopo l’inaugurazione del monumento, da Margherita Stagliano, vedovadello scultore scomparso nel ‘36. Il testo esprime apprensione per le notizie sulla rimozione dei monumenti da molte piazze italiane per recuperare il bronzo da destinare agli armamenti. La storia procede poi a ritroso e ripercorre le tappe salienti della vicenda attraverso testi, immagini e suoni. Dall’ideazione del Monumento, nel 1926, alla sua inaugurazione, il 4 novembre 1931, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, documentata da un cinegiornale dell’Istituto Luce, fino all’odierno degradato stato conservativo dell’opera.

Il complesso architettonico-scultoreo, alto circa 15 metri, si trova in piazza della Vittoria, nel capoluogo della Marca. L’opera è composta da 16 statue in bronzo che rappresentano i compagni d’arme e le madri addolorate che portano il commilitone caduto nel tempio della gloria, simboleggiato da colonne di marmo.

Il soggetto del documentario è di Monica Pregnolato. Riprese video e montaggio sono di Marco Comar e Gianandrea Sasso, le fotografie di Maddalena Santi e Paolo Bernabini. Le musiche sono del compositore Sandro Savarese. La direzione artistica del progetto audio è di Gianluca Fadda. La voce narrante è di Alessandro Arrabito, mentre le voci recitanti sono di Silvia Arca e Pino Porcu. Il saggio nel catalogo a stampa è di Sara Martin.
06/10/2010

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  • VINCENZO MANOCCHIO ha detto:

    Grazie per il continuo, puntuale, qualificato, inarrestabile contributo che caparbiamente dai alla cultura della nostra regione.
    GRAZIE, GRAZIE.
    Con la stima di sempre un abbraccio Vincenzo Manocchio.

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