A Roccamandolfi si trova una delle più belle croci stazionarie del Molise.
Probabilmente realizzata alla conclusione di una persecuzione angioina contro alcuni eretici che si erano asserragliati nel castello, ha la particolarità di un Cristo che veste dei mutandoni sotto il subligaculum.
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Il tuo commento…ora ti possiamo ascoltare ….molto bello e interessante ciao
by alberico
indubbiamente questo sito e’ di uno spessore culturale notevole .ora che hai aggiunto anche il commento in video siamo alla sublimazione .
immagina che successone se fossi stato un pochino ancora piu’ bello . a presto……..
E’ un vero piacere ascoltarti. Grazie!!
Caro Mario, ho provato a chiedere una telecamera che migliorasse la faccia, ma sono tutte inesorabili…. Ti ringrazio affettuosamente soprattutto perché so che il tuo amore per la tua Roccamandolfi e la tua conoscenza dei problemi sono un patrimonio del quale la comunità non potrà mai fare a meno…
…e grazie a Paolo: questi commenti, a parte l’aspetto narcisistico, sono il contributo più importante a tenermi impegnato a continuare in quest’opera di diffusione della conoscenza del nostro sconosciuto patrimonio molisano!
Gentilissimo dott. Valente, complimenti ancora per il suo blog. Le scrivo aggregandom il mio ai commenti sulla croce di Roccamandolfi; in realtà, però, vorrei segnalare alla sua attenzione qualcosa che forse ha poca attinenza con la bellissima croce stazionaria, ma che mi pare di grande significato culturale per la nostra regione. Si tratta del progetto Draw the line street festival. Non aggiungo altro perchè non saprei esprimere compiutamente il mio stupore dinanzi ad una iniziativa che si è rivelata davvero rivitalizzante per la soporiferà città di Campobasso. Le mando l’indirizzo web di questa iniziativa; sarei curioso di sapere cosa ne pensa. Forse le sarà utile sapere che nei workshop organizzati per i ragazzi del capoluogo, in premessa, i writers-docenti hanno stigmatizzato il comportamento vandalico dei lucignoli che hanno imbrattato i monumenti medievali del centro storico del capoluogo. Vorrei premettere, inoltre, che alcuni degli artisti intervenuti al festival hanno fama internazionale (Blu, ad esempio), e che dipingono senza prendere un soldo.
http://www.drawtheline.it/
Spero troverà gradita questa segnalazione. Con i migliori saluti,
Michele Roccia
Gentilissimo Michele,
non so quanto possa valere un mio giudizio, però vedo che il mio sito sta diventando (preferirei senza il “lei”) una palestra di battaglie per dare un senso anche ai valori (o nonvalori) estetici del territorio.
Quindi prendo il tuo commento come un punto di partenza per avviare una discussione sull’atteggiamento spesso superficiale nei confronti dei writers.
Ti premetto che sono tanto convinto del valore di quest’arte che all’interno di Palazzo De Utris, che io ho restaurato, una decina di anni fa ho dato due stanze a due writers venafrani perché si potessero esprimere in assolutà libertà e nella piena consapevolezza che la loro opera non sarebbe stata cancellata. Oggi quelle stanze sono una testimonianza di un momento storico e per me questo è già una conquista.
Credo che ci sia poco da dire su chi pretenderebbe di cancellare Blu al terminal. Non ho avuto il tempo di andare a fare qualche immagine per aggiungermi alla protesta contro coloro che vorrebbero far sparire uno dei pochi capolavori che danno un senso di speranza allo squallore della periferia strutturale di Campobasso.
Ciò non significa, ovviamente, che io condivida il proliferare di artistici “sonia ti amo”. Non solo perché imbrattano (come ho denunziato da questo blog) i monumenti, ma perché contribuiscono ad aumentare coloristicamente il degrado dei residui delle urbanizzazioni.
Appena ho un po’ di materiale cominciamo a parlarne…. Grazie!
Carissimo dott. Valente, apprezzo moltissimo il suo commento. Mi piacerebbe se un giorno, passando a Campobasso, venisse a guardare di persona qualcuno di questi “dipinti”. A presto, allora!
Michele Roccia