Luigi Castelletti e Caterina di Capua in uno stemma di Bonefro.
Uno stemma di difficile lettura ci riporta ai primi anni del XVII secolo quando Bonefro, Montelongo e Montorio nei Frentani appartenevano al medesimo feudatario.
L’ultimo maschio della potente famiglia dei di Capua, che grande parte ebbe nella storia del basso Molise dalla fine del XV secolo agli inizi del XVII, quindi per oltre un secolo, fu quell’Ascanio di Capua che, dando sua figlia Caterina in moglie a Luigi Castelletti, la dotò dei feudi di Montorio, Montelongo e Bonefro.
L’atto di battesimo di Caterina di Capua (1589)
Di Caterina sappiamo qualcosa dai registri dei battezzati che ancora si conservano nell’archivio parrocchiale di Montorio nei Frentani.
Il 15 marzo 1589, Giambattista Bellobuono della Chiesa di Larino, battezzava Caterina figlia delli ill.mi signori Ascanio di Capua et Silvia Grimaldo et si ha tenuta al battesimo Antona di Costanza di Casa Calenda mammana.
Caterina era terza di tre fratelli (Francesca Costanza e Giulio) anch’essi battezzati nella chiesa di S. Maria Assunta di Montorio.
Lo stemma di Ascanio di Capua e Silvia Grimaldi. Chiesa dell’Assunta di Montorio
Quando sposò Luigi Castelletti nel 1605 aveva appena compiuto 16 anni e continuò ad abitare nel palazzo-castello di Montorio.
Di Luigi Castelletti rimane traccia in un frammento di lapide che si trova murato dalle parti della chiesa di S. Sebastiano, fuori della cinta urbana.
Montorio nei Frentani e Porta S. Sebastiano
L’epigrafe si riferisce ai lavori di riordino di una serie di piccole sorgenti che, essendosi disperse, nel 1616 furono ricomposte e fatte confluire in un unico canale per alimentare una fonte. Vi provvide Camillo Giuliano con gli auspici di Luigi Castelletti:
… AVSPICYS ILL.
MO ALOISY. CASTEL
LET MARCH. MONT.
CAMILLVS GIVLIAN
DISPERSAS AQVAS
COMPOSVIT
1616
L’epigrafe di Luigi Castelletti in prossimità della chiesa di S. Sebastiano a Montorio (1616)
Giandomenico e Alberto Magliano ( Larino, Campobasso 1895) riferiscono che il possesso di Montorio sia stato trasferito a Luigi con Regio Assenso insieme al titolo di Marchese, ma oltre questa lapide del nostro feudatario a Montorio non rimane altra traccia.
Invece a Bonefro si è casualmente salvato uno stemma erratico che ora si trova appoggiato in quello che rimane della ricostruita chiesa di S. Maria delle Grazie annessa all’omonimo convento francescano.
Michele Colabella (Le famiglie e i detti popolari di Bonefro) riferisce che fu rinvenuto anni fa durante i lavori di scavo eseguiti nei pressi della Fontana della Terra. Considerati il soggetto raffigurato con le due torri e lo stile barocco dell’esecuzione, si può avanzare l’ipotesi che si tratti dello stemma di famiglia dei De Castellet o dei marchesi che ad essi succedettero.
Lo stemma di Luigi Castelletti e Caterina di Capua
Lo stemma è di difficile lettura e, se non avesse riportato anche il blasone dei di Capua, forse non si sarebbe potuta tentare una sua interpretazione.
Non conosciamo come fosse costituita l’arma dei Castelletti, ma, poiché spesso gli stemmi riassumono il significato del nome del titolare, non è difficile immaginare che al suo interno vi fosse rappresentato un castello.
Ma nel nostro caso ci facilita la soluzione la consuetudine di formare lo stemma partendolo in due campi e destinando quello di destra (sinistra guardando) al maschio titolare del feudo e quello di sinistra (destra guardando) alla femmina che gli si è unita in matrimonio.
Orbene, a prescindere dal carattere stilistico dello scudo e della corona che con una certa tranquillità lo fanno collocare agli inizi del XVII secolo per la geometrizzazioni delle decorazioni che ancora non assumono il carattere barocco che saranno tipiche dei blasoni più tardi, la circostanza della presenza del blasone dei di Capua sulla sinistra restringe il campo all’unico feudatario che abbia avuto a Bonefro in moglie una di Capua. Ovvero a Luigi Castelletti.
Infatti, lo stemma, che evidentemente era collocato al disopra di uno scomparso portale, risulta partito, con l’arma dei Castelletti sulla destra e dei di Capua sulla sinistra. Pur se non si conoscono i colori araldici dei Castelletti se ne può tentare la lettura.
Nella prima partitura è inquartato, nel 1° e nel 4° con un leone alato illeopardito in verticale; nel 2° e nel 3° sembra un castello di 3 torri con quella centrale scaccata. La seconda partitura è di oro alla banda di argento gemellata di nero.
Secondo il Masciotta i Castelletti erano discendenti dalla stirpe dei “Cortellet” francesi.
Il convento di S. Maria delle Grazie a Bonefro
A Luigi Castelletti, deceduto nel 1621, successe il figlio Pietro Castelletti, signore, oltre che di Montorio, anche di Montelongo, di Bonefro e Reggente della Gran Cancelleria del Regno. Morì senza figli nel 1650.
Dopo di lui i tre feudi passarono al fratello Matteo Castelletti e da questi, che li tenne dal 1650 al 1659, transitarono all’altro fratello Francesco.
Poi titolare divenne Caterina Castelletti, figlia di Francesco, che portava il nome della nonna.
Morta prematuramente Caterina, Montorio, Bonefro e Montelongo passarono a Sinforosa Castelletti, figlia di Luigi e sorella di Francesco che li ereditò nel 1664.
Sinforosa era sposata con un Mastrogiudice di Sorrento per cui alla sua morte, avvenuta nel 1678, il dominio di Montorio passò a suo figlio Luigi Mastrogiudice.
Bonefro. Il chiostro di S. Maria delle Grazie come si presenta dopo il restauro