Vastogirardi per oltre un secolo e mezzo fu dei Petra, potente famiglia napoletana.
Non si conosce con esattezza l’anno in cui i Petra abbiano preso il feudo di Vastogirardi. Secondo il Masciotta, che ne ha ricostruito la successione, sarebbe accaduto intorno al 1580.
Fabio d’Afflitto era entrato in possesso del feudo nel 1559 e circa venti anni dopo lo avrebbe ceduto a Giovan Leonardo Petra.
A lui deve essere attribuita la decorazione della cappella nella chiesa di S. Nicola con le immagini della Madonna del Carmine e dei santi Leonardo, Onofrio e Antonio Abate, le cui pitture, nonostante le pessime condizioni in cui sono ridotte, sembrano essere proprio del periodo del nostro.
Anzi la scelta dell’immagine di S. Leonardo (che si riconosce per la presenza dell’attributo dei ceppi dei carcerati ai suoi piedi) ne è una indiretta conferma perché appare evidente che la sua presenza sia da collegarsi proprio al nome di battesimo del primo dei Petra a cui sia pervenuto in feudo Vastogirardi.
Di Leonardo si ha una precedente testimonianza in un atto notarile del primo Agosto 1547 con il quale si chiude una vertenza tra l’Università di Castro Valva e l’Università di Villalago dove egli partecipa come testimone e si firma Io Giovanni Lonardo Petra arbitratore et amicabile compositore.
Leonardo moriva nel 1586 e gli succedeva il figlio Prospero sposato con Giulia d’Evoli che proveniva dal ramo dei conti di Trivento.
Di Prospero rimangono due testimonianze nella cappella di S. Carlo sempre nella chiesa di S. Nicola.
La prima è la lapide obituaria che i figli posero nella piccola cappella di famiglia a lato dell’altare che poi sarebbe stato dedicato a S. Carlo Borromeo.
I filii dolentes di Prospero, barone di Vastogiradi, vi avevano fatto seppellire il genitore nel 1622 e nell’epigrafe associarono il proprio nome a quello di Cristo che erat petra et Petrus petra petraque…
AD PROSPERVM PETRA BARONEM VASTIGIRARDI
VINCENTIVS ET FRANCISCVS FILII DOLENTES
CHRISTVS ERAT PETRA ET PETRVS PETRA PETRAQ MAGNO
EST PROSPER PRECLARVS VTRVMQVE SEQVTVS AMORE
MAXIME RELIGIONE CRVCIS VITE PROBITATE MODESTIS
MORIBVS, HIC CARNE EST ANIMA SVPER ASTRA QVIESCIT
A.D. MDCXXII
PIGNORA PATRIS MORDEO DENTE FERO
Il secondo è lo stemma della sua famiglia partito con quello dei d’Evoli posto al disopra della lapide.
Quello dei Petra è uno scudo con un leone d’oro portante in una zampa una testa mozzata e nell’altra un braciere da cui escono fiamme, su sfondo diviso in due, nella parte superiore di argento con una stella d’oro e in quella inferiore di rosso.
Quello dei d’Evoli è troncato, inchiavato di nero e di argento
A Prospero in quell’anno 1622 successe il primo figlio Vincenzo.
Costui era sposato con Settimia Filonardi, appartenente ad un importante famiglia romana.
L’unione tra Vincenzo e Settimia è ricordato in 2 stemmi, uno dei quali, con la data 1626, è posto sulla porta principale del nucleo abitato. Al blasone dei Petra, infatti, è unito quello dei Filonardi che è costituito da uno scudo inquartato. Nel 1° e nel 4° partito d’oro all’aquila imperiale uscente dalla partizione, e d’azzurro a due pali d’oro; nel 2° e 3° di rosso alla quercia sradicata d’oro con i rami passati in doppia croce di Sant’Andrea.
L’altro stemma è sul piede dell’acquasantiera all’interno della chiesa di S. Nicola ad attestare, evidentemente, che essa fu fatta a spese della famiglia di Vincenzo.
La famiglia Filonardi era originaria di Veroli da dove si era trasferita a Roma ai primi del Quattrocento. Ebbero in famiglia importanti prelati tra i quali Ennio che fu cardinale, Antonio vescovo di Veroli, Cinzio vescovo di Terracina, Flaminio vescovo di Aquino. Un altro cardinale, Filippo, già vescovo di Aquino. Paolo Emilio, vicedelegato in Avignone. Filippo, arcivescovo di Ferrara.
Settimia era sorella di Ennio, vescovo di Ferentino.
Vincenzo e Settimia ebbero quattro figli maschi (Prospero, Carlo, Diego e Dionisio) e sei femmine.
Vincenzo Petra morì il 2 febbraio 1659 poco dopo aver acquistato il feudo di Caccavone (odierno Poggio Sannita).
Il primo figlio, Prospero, rinunciò all’eredità e si fece monaco benedettino, sicché il feudo passò al secondogenito Carlo che era nato forse a Vastogirardi il 24 novembre 1629.
Il de Fortis scrive di lui che applicatosi alla giurisprudenza si dottorò d’anni 16, nel dì 30 dicembre del 1645. Divenuto celebre avvocato principiò a scrivere i Commentarii sopra i Riti della Gran Corte della Vicaria che in due torni alle stampe diede, dedicandoli a Filippo IV, che in guiderdone immediatamente ordinò che eletto fosse Giudice di detta Gran Corte. Quindi avendo dato alle stampe un opuscolo intitolato De transferendis serenissimi Alphonsi de Aragona ejusdem Regni primi Regis Cineribus, fu creato Consigliere di S. Chiara nel 1671, e quindi passò ad essere Capo Ruota della Gran Corte della Vicaria Criminale, ove reprirneva, e non fornentava la severità dei Giudici. Nell’anno 1680 avendo dato alle stampe il terzo torno dei Commentarii suddetti e dedicatolo a Re Carlo Il fu dal medesimo decorato del titolo di duca del suddetto feudo di Vastogirardi in agosto del 1689. Pubblicò colle stampe nell’anno 1693 il quarto torno dei Commentarii ai Riti, e dedicatolo al medesimo Monarca ricevè il titolo di Reggente del Collaterale Consiglio.
Il Giustiniani riferisce che qualche adulatore suo contemporaneo lo abbia definito Phoenix ingeniorum.
Gli altri fratelli Diego e Dionisio abbracciarono la carriera ecclesiastica e il primo fu fatto vescovo della Marsica e successivamente arcivescovo di Sorrento, il secondo divenne vescovo di Capri.
Tanto è ricordato nella lunga epigrafe sistemata sulla porta principale del paese nella quale Carlo Petra ed altri importanti suoi familiari, fissando al 1272 l’origine della loro nobiltà, fanno sapere di aver restaurato nel 1691 le loro case ed il loro palazzo baronale in Vastogirardi.
FAVSTO NVMINIS OMINE
D. CAROLVS PETRA
EQVES CALATRAVAE,QVINTO BARO&DVX PRIMVS VASTI GIRARDI
CACCABONI,ALIORVMQVE FEVDORVM DOMINVS
POST PRAECLARA PRO REGE CATHOLICO MVNIA
PRAESES VTRIVSQVE SAMNII ET TRANENSIS PROVINCIAE,
NVNC S.R.C. SANCTAE CLARAE CONSILIARIVS DECANVS
D. DIDACVS PETRA,POST MARSORVM INFVLAS ARCHIEPISCOPVS SVRRENTINVS:
D. DIONYSIVS PETRA EX ABB. CAELESTINORVM PRAESVL CAPREENSIS, FRATRES
EX D. SEPTIMIA PHILONARDI PATRITIA ROMANA ET D. VINCENTIO PETRA
EX PRISCA SENATORIS PETRA PROSAPIA
QVAM IN ANTVERPIAM PAPIAM ET CAPVAM ALTRIX ROMA TRANSMISIT
ET PER DYNASTAS VSQVE AB ANNO MCCLXXII
CASTRI SANGRI, BRIONDAE, CANNAVINI, COLLIS ALTI, MONTIS ALTI, CLAVICORVM,
ROCCHETTAE AD VVLTVRNVM, ALIORVMQVE CASTRORVM DOMINOS
NEAPOLIS NON RVPTA NOBILI SERIE PROPAGAVIT;
CASTRVM HOC VASTI GIRARDI SIMVL INVISENTES
VNA CVM D. DOMINICO AVITAE VIRTVTIS HAEREDE
ET D. VINCENTIO VTRIVSQVE SIGNATVRAE REFERENDARIO, FILIIS
EX D.CAECILIA PEPI
DE ANTIQVIS SICINIANI, CONTVRSI ET ALIORVM, OPPIDORVM BARONIBVS
QVA BENEVOLA PRAESENTIA, QVA PERENNI MEMORIA
ANNO SALVTIS MDCXCI CONDECORARVNT
Lo stemma di Carlo è posto sia al disopra che sul lato sinistro della lapide ed è partito con quello di sua moglie Cecilia Pepi, costituito da un palo di argento su campo rosso.
All’iniziativa di Carlo Petra deve essere ricondotta la commissione del pregevole bassorilievo in marmo con l’immagine di S. Carlo Borromeo in preghiera realizzato a Napoli per ornare la cappella di famiglia a Vastogirardi.
Carlo Petra morì in Napoli nel luglio del 1702. Fu sepolto a Napoli nella cappella di famiglia nella chiesa di San Pietro a Maiella.
Da Cecilia Pepi ebbe vari figli di cui due erano maschi, Domenico e Vincenzo. Domenico ereditò il feudo paterno.
Vincenzo, nato a Napoli il 13 novembre 1662, invece, scelse la carriera ecclesiastica a Roma dove studiò nel seminario romano per trasferirsi poi nell’università di Napoli dove si laureò il 18 dicembre 1692 in diritto civile e in diritto canonico (in utroque iure). Divenuto sacerdote nel 1691 cominciò la sua carriera romana per diventare nel 1706 Segretario della Congregazione del Concilio Tridentino.
Nel 1712 gli fu dato il titolo di arcivescovo di Damasco, dove probabilmente non si recò mai, e tre anni dopo divenne segretario della Congregazione per i Vescovi e per i Regolari.
Papa Benedetto XIII, Vincenzo Maria Orsini, lo nominò cardinale nel 1724 con il titolo di S. Onofrio, un santo che doveva essere particolarmente venerato in famiglia, tant’ che nella cappella di di S. Leonardo realizzata da Leonardo Petra nella Chiesa di S. Nicola a Vastogirardi vi è rappresentato anche il santo eremita in preghiera.
Prefetto della Propaganda Fide nel 1727. poi divenne nel 1730 “penitenziere maggiore”. Nel febbraio del 1737 prese il titolo di cardinale di S. Pietro in Vincoli e nel 1740 fu titolare della sede suburbicaria di Palestrina. Morì il 21 marzo 1747 e fu sepolto nella chiesa romana dello Spirito Santo dei Napoletani.
Il feudo di Vastogirardi da Domenico passò al figlio Nicola Petra e alla metà del XVIII secolo da questi fu venduto alla famiglia d’Alessandro già titolare del feudo di Pescolanciano
Qualcosa la conoscevo, ma riportata da te è un’altra cosa. ho visto quegli affreschi nella chiesa di S. Nicola, ma non ho mai saputo cosa fossero. Ora grazie a te , anch’io so! Grazie, come sempre. Un affetuoso saluto. Donatella